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Al di là del mare – Lauren Wolk

Al di là del mare – Lauren Wolk

Ho appena finito di parlare con un gruppo di lettori dai 10 ai 14 anni del bellissimo romanzo “Al di là del mare” di Lauren Wolk e gli spunti emersi sono stati così interessanti che ho deciso di condividerli subito per continuarne il dibattito.

Al di là del mare … un luogo molto preciso

Nonostante il titolo vago “Al di là del mare” la scrittrice colloca la sua storia in un luogo molto preciso e facilmente rintracciabile: siamo sulle Isole Elizabeth fra l’isola di Cuttyhunk e l’isolotto di Penykese (Massachusetts).

In queste acque un pittore che vive solo su un isolotto vicino a Cuttyhunk trova una neonata in una barchetta nel mare, con lei, oltre alle coperte, solo un anello e una lettera di cui si scorgono solo alcune parole.

Il pittore, che si chiama Osh, decide di prendere con sé la neonata e la farà crescere come sua figlia con l’aiuto dell’intraprendente signorina Maggie che alleva pecore sull’isola.

La neonata sarà chiamata Crow per i colori scuri di capelli e carnagione che la differenziano dagli altri abitanti.

All’inizio della storia Crow ha 12 anni e proprio questi suoi colori sono ciò che le hanno impedito di essere accolta sull’isola. Tutti pensano che lei possa provenire da Penikese, isola che per anni è stata sede di un lebbrosario e che possa portare la malattia con sé.

La incontriamo proprio in quel momento della vita in cui i ragazzi iniziano a farsi domande, a voler capire chi sono e, nel suo caso, da dove provengono e iniziano a cercare la propria strada in modo consapevole.

Le persone del paese hanno ragione? Lei proviene davvero da Penikese?

Inizia così un viaggio avventuroso in cui non mancano colpi di scena e un groviglio di sentimenti ed emozioni che terrà il lettore sia adolescente che adulto legato alla storia e ai suoi personaggi

La citazione

Il brano che vi propongo è un pezzo del prologo che ci introduce alla storia:

Fu Osh a trovarmi e a prendermi con sé.

 Fu lui a insegnarmi a mettere radici e a crescere vigorosa con la pioggia o con il sole; a farmi capire cosa voglia dire sbocciare.

L’isola su cui le nostre strade si incrociarono era piccola ma solida, ancorata a un ammasso di roccia nera che dava rifugio alla nostra casetta, una costruzione sgangherata, tirata su con pezzi di navi naufragate, annidata in un letto di terra e residui marini, con accanto un orticello e la piccola barca a vela che ci portava dove non potevamo arrivare con i piedi.

Non avevamo bisogno d’altro. Non all’inizio, almeno.

Con la bassa marea potevamo andare facilmente a piedi all’isola vicina, Cuttyhunk, attraversando bassifondi disseminati di alghe filamentose e di pesciolini. Con l’alta marea, la casetta era così vicina al mare da sembrare quasi una barca essa stessa.

 Per molto tempo sono stata davvero felice quando l’acqua saliva, separandoci dal resto del mondo, e noi due soli decidevamo tutto quello che c’era da decidere.

Poi una notte, a dodici anni, vidi un fuoco acceso su Penikese, l’isola su cui nessuno andava mai, e decisi tra me e me che era ora di scoprire da dove venivo e perché mi avevano mandato via.

 Ma non sapevo cosa stessi rischiando e non lo capii finché per un pelo non lo persi.

Commento

Come potete già leggere in questa citazione lo stile della Wolk riesce ad essere vicino ai ragazzi pur rimanendo molto raffinato. Le parole sono scelte con cura e ci portano dentro una narrazione sensoriale che non ha bisogno di lunga descrizione per far immergere il lettore nel paesaggio e nella storia.

Una scrittura scorrevole ed evocativa che sa creare colpi di scena e imprevisti attraversando tutto il groviglio di emozioni che i ragazzi (ma anche noi adulti) proviamo quando ci troviamo davanti alle domande ancestrali: chi sono? Dove sto andando? Sto facendo la cosa giusta?

Sullo sfondo, quasi a metafora della storia stessa il mare che separa, unisce, che può essere un pericolo o una via di fuga e che porta con sé tante storie vissute, sussurrate, iniziate o finite proprio tra le sue onde.

Come ho proposto il libro

Per contestualizzare ancora meglio la storia alla fine del libro la scrittrice ci racconta quali sono le fonti storiche e geografiche a cui ha attinto, colorandole con la fantasia, per inventare la storia di Crow.

Per presentare il libro ai ragazzi sono partita proprio da questa ultima parte e dopo qualche accenno alla trama gli ho raccontato di come Penikese sia stata una casa per i malati di vaiolo e del morbo di Hansen, allora chiamato lebbra, ma anche il luogo in cui il leggendario capitano Kidd lasciò il suo tesoro.

Ovviamente ho sottolineato che la storia è frutto di invenzione, ma il fatto di aver potuto cercare il luogo preciso e di aver saputo com’è nato il libro ha certamente aiutato il fatto che alcuni lo scegliessero subito come lettura. La bellezza della storia e il Tam Tam tra compagni ha fatto il resto.

A chi consiglio questo libro?

Il libro è sicuramente pensato per ragazzi dagli 11 anni in poi, anche prima se siamo davanti a lettori forti, ma penso che abbia molto da dire anche agli adulti perché le tematiche che affronta non pongono limiti d’età e la storia spazia dall’analisi interiore a situazioni avventurose e interessanti.

Percorsi di lettura

Se la prima lettura che facciamo di un romanzo è quella che segue la linea rossa della storia e ci tiene con il fiato sospeso mentre seguiamo gli avvenimenti.

Le letture successive possono percorrere strade differenti trovando nel romanzo molte linee di confronto:

Una strada interessante che è stata presa nel gruppo di lettura è quella della ricerca o non ricerca del proprio passato. Crow vuole sapere da dove viene, corre rischi e viaggi avventurosi pur di avere delle risposte, mentre accanto a lei c’è Osh, un uomo ruvido, che vive isolato e che fa di tutto per cancellare il proprio passato rinunciando perfino al proprio nome… come mai?

Altro argomento di discussione è quello legato alla famiglia: la famiglia d’origine e quella che ti scegli. I personaggi principali della storia si interrogano spesso su questo punto e tutto il libro sembra creare parallelismi e analogie proprio per suscitare riflessioni a riguardo

I ragazzi si sono poi anche avventurati nel tema del viaggio: la paura, la determinazione e la voglia di non farsi fermare dalle avversità tipica di Crow e di molti adolescenti del gruppo, che viene “ridimensionata”, ma sempre supportata dagli adulti che ne vedono tutti i pericoli e le conseguenze dolorose che può avere.

Un ultimo percorso a cui io non avevo pensato, ma che vi invito ad intraprendere perché può far emergere percorsi interessantissimi è quello del detto e del non detto.

Nel libro, in modo trasversale si parla spesso di cose dette, non dette, del tempo in cui dire qualcosa prima taciuto… Questo nei ragazzi ha creato un dibattito fantastico poiché inglobava in sé temi trasversali come il senso di giustizia, di amicizia, la difficoltà della verità, …

Queste sono solo alcune strade che il romanzo ci ha fatto prendere, molti altri sono i temi che si potrebbero trattare a partire da quello della paura della malattia così attuale in questo periodo, ma ci piacerebbe sapere quali sono invece le vostre strade:

 Che cosa vi colpisce della storia di Crow?

Quali particolare ha attirato subito la vostra curiosità?

A quale personaggio vi siete sentiti più affini?

Se vi va di condividere le vostre idee con noi scrivetecele nei commenti così potremo continuare a discuterne insieme


TITOLO: Al di là del mare

Autore: Lauren Wolk

Casa editrice: Salani

PAGINE : 336

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