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La didattica a distanza nella scuola secondaria di secondo grado: Cristina Gualtieri

La didattica a distanza nella scuola secondaria di secondo grado: Cristina Gualtieri

Oggi intervistiamo Cristina Gualtieri insegnante di sostegno presso scuola secondaria di secondo grado, Liceo di Carpi. Questa è stata la sua prima esperienza come insegnante poichè precedentemente, per molti anni, è stata educatrice all’integrazione scolastica sempre in secondaria di secondo grado.

Quando e come ha iniziato la didattica a distanza?

La scuola ha operato in modo coeso e strutturato, iniziando circa due settimane dopo l’inizio dell’emergenza.

Dall’animatore digitale della scuola sono state fornite credenziali e istruzioni per utilizzare la suite Google per videoconferenze, esercitazioni, e lezioni condivise.

Abbiamo reagito subito e prontamente all’emergenza, dando a disposizione molti supporti informatici e tablet in comodato d’uso ai ragazzi che necessitavano di strumentazioni più aggiornate. Nel giro di una settimana eravamo praticamente tutti connessi e i professori hanno potuto continuare col programma scolastico.

La preoccupazione maggiore era rivolta alle classi quinte, alle prove invalsi ( poi annullate), e ai ragazzi con disabilità, che hanno risentito in misura maggiore dell’isolamento sociale.

La sua didattica a distanza è rimasta uguale nel tempo o si è modificata?

Io lavoro con ragazzi BES, in modo particolare obiettivi minimi. All’inizio seguivamo maggiormente le lezioni on line con tutta la classe, ora oltre a questo, si sono intensificate le ripetizioni pomeridiane con i singoli ragazzi perchè hanno un maggior bisogno di essere seguiti

Racconti una lezione o altre esperienze di didattica a distanza che ha trovato positive

Le lezioni sono generalmente strutturate in maniera molto tradizionale, con insegnante che parla in live conference e i ragazzi che seguono da casa ed intervengono, si è cercato di vivacizzare alcuni argomenti con lavori condivisi, ad esempio Creazione di Powerpoint condivisi su un argomento ( es: scoperta America) dove ogni ragazzo inseriva un proprio contributo su un aspetto preciso.

Oppure: introduzione dell’argomento in generale da parte del professore e approfondimenti tematici fatti dai ragazzi con lezioni tenute da loro.

Per quanto riguarda il sostegno il pomeriggio si riprendono gli argomenti svolti il mattino e con calma si rilegge e si rispiega.

Ci racconti la didattica a distanza con una fotografia

Ha presente il quadro  “L’Urlo” di Munch… ecco, quello!

Quali sono state le maggiori criticità per lei insegnante?

Per l’insegnante di sostegno la criticità maggiore è sicuramente sul piano emotivo ed empatico, sentire che i ragazzi fanno fatica, che in alcuni momenti crollano perchè pensano di non farcela e che si sentono da soli, questo aspetto ferisce ed è un po’ disarmante.

Poterli aiutare solo con parole distanti, anche se calorose e fortemente sentite, incoraggiarli e spronarli con battute ma non con azioni fisiche, con abbracci, con sguardi intensi, ( lo sguardo attraverso la telecamera non è la stessa cosa), ecco questa è la cosa più difficile.

A scuola leggevamo assieme, sottolineavamo assieme le cose più importanti, si scrivevano a fianco le parole chiave, assieme pensavamo agli schemi, a come ricordare meglio le cose con esempi buffi e divertenti, si scherzava, ci si faceva i dispetti. Ora questa parte ludica che sorreggeva anche la didattica non c’è più e loro ne sentono la mancanza.

Alcuni la chiamano responsabilizzazione, mah… può essere… fino ad un certo punto, io la chiamo carenza.

Per non parlare della mole di lavoro raddoppiata e di una giornata lavorativa senza orario, perchè i ragazzi ti contattano sempre, anche alle 8 di sera se il giorno dopo hanno l’interrogazione e si sentono in ansia, e alla fine tu rispondi.

Come hanno risposto alla DaD ragazzi e famiglie?

In modo sorprendente direi, tra di loro soprattutto c’è stata molta collaborazione e complicità, sono presenti sempre, partecipano e si impegnano, nonostante l’annuncio “tutti promossi”, ci aspettavamo lassismo, invece sono super attivi.

Un plauso a loro, dimostrano tenacia e voglia di partecipazione.

I ragazzi delle superiori sono autonomi e non hanno bisogno dell’affiancamento del genitore, non credo che le famiglie siano state “stressate” da questo punto di vista. Anzi la scuola ha ricevuto molti ringraziamenti e complimenti da parte di molti genitori.

Durante questo periodo ha valutato gli studenti?

Non ancora, ma si valuteranno soprattutto presenza e partecipazione

 La nostra valutazione complessiva avverrà in sede di scrutinio

Come pensate di concludere questo anno scolastico con i ragazzi?

Direi che lo concluderemo con incontri virtuali, ed una festa virtuale di classe organizzata dai ragazzi ( ne stanno già parlando)

Ringraziamo Cristina per questa bellissima intervista e per il punto di vista incentrato su inclusione e sostegno alla didattica

Altre esperienze di didattica a distanza nei diversi gradi scolastici potete trovarle QUI

Se volete raccontarci la vostra esperienza invece, vi aspettiamo nei commenti

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