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Il violino di Auschwitz : un libro e un percorso 9/13 anni per parlare della giornata della memoria

Il violino di Auschwitz : un libro e un percorso 9/13 anni per parlare della giornata della memoria

L’anno scorso per la giornata della memoria nelle classi dalla quarta elementare alla seconda media vi ho raccontato l’attività svolta sulla graphic novel del Diario di Anna Frank (che trovate qui).


Per quest’anno invece ho scelto di raccontarvi il bellissimo progetto ispirato al libro “Il violino di Auschwitz” che trova ispirazione dalla storia vera della famiglia Levy dal periodo precedente all’introduzione delle leggi raziali fino ai giorni nostri.

Il violino di Auschwitz … le passioni danno un motivo per vivere

A raccontare questa storia è un violino Collin-Ménzin che venne regalato a Eva Maria Levy nel 1938.

Eva Maria era la figlia più grande dei signori Levy ed aveva una grande passione per il violino che condivideva con il fratello Enzo con il quale spesso suonava per rallegrare e far ballare i genitori.

Il suo brano preferito è “Il cigno” di Saint- Saens che la accompagnerà in questa storia.

I Levy vivevano a Torino quando, nel novembre1938 vengono emanate le leggi per difesa della razza che cambiano drasticamente la loro vita.

Come molti altri ebrei, se all’inizio pensano che sarà solo un fatto passeggero ben presto si ritrovano a dover lasciare la loro casa per cercare di fuggire in Svizzera. Il bagaglio che portano con sé è molto piccolo, ma Eva Maria non manca di inserirvi il suo violino.

Purtroppo mentre organizzano la fuga vengono scoperti, arrestati e deportati ad Auschwitz. Anche in questo caso Eva Maria porta il suo violino e lo tiene nascosto dentro la giacca per tutto il viaggio. Sarà l’unica cosa che entrerà con lei nel lager poiché il fratello, il ragazzo con cui ha stretto amicizia durante il viaggio e la madre (il padre non si trovava in casa al momento dell’arresto) vengono indirizzati in altre parti del campo.

Spaventata, confusa, arrabbiata Eva Maria inizia la sua vita da numero e il violino diventerà per lei la fonte per poter avere una condizione “un po’ meno dura” e lo scrigno in cui nascondere l’unico messaggio che riesce a ricevere dal fratello.

Insomma il violino diventa il suo motivo di vita, la sua unica fonte di forza in un incubo inimmaginabile, ma un giorno lo strumento si rompe e…

Perché ho scelto questa storia?

Come vedremo successivamente questo libro offre tantissimi spunti di riflessione, ma lo scelto per tre motivi principalmente:

  • Nasce da una storia vera e porta con sé, alla fine del racconto le date, la storia, i resti di ciò che ci viene raccontato.

Accompagnamo Eva Maria e tante altre persone nei vagoni stipati verso Auschwitz, nel lager, nelle feste dei soldati e nella disperazione delle cuccette in cui di notte si è accompagnati da incubi, fame e dolore. Siamo lì con lei e vediamo con i suoi occhi.

  • È una storia di passione che racconta come l’amore per qualcosa possa aiutarci a trovare una strada anche in situazioni difficili.

È un messaggio molto forte poiché, al di là della situazione storica e del dramma di questa ragazza e di tanti coetanei, penso sia fondamentale mandare ai ragazzi il messaggio che anche loro, quando hanno quei momenti bui di cui l’adolescenza è costellata, possono trovare un punto di forza in qualcosa che è solo loro, che non dipende dagli altri. Qualcosa da coltivare, in cui credere e che possono portare con sé ovunque.

  • Lo stile narrativo entra nel profondo, emoziona e si concentra su sensazioni, relazioni, indifferenza tra le persone piuttosto che sul modo in cui gli ebrei morivano. Cinematograficamente mi viene da associarlo alla “Vita è bella” capite cosa voglio dire?

Per spiegarmi meglio vi farò un esempio:

La madre di Eva Maria muore nelle docce e passa attraverso il camino. Ciò viene detto dall’autrice parlando del fumo nero che invade il campo, ma non ci si ferma ad analizzare l’orrore delle docce piuttosto si calca la mano sul momento in cui l’orchestra di Eva Maria con la divisa a righe e i volti stravolti suona davanti ai soldati tedeschi e questi applaudono come si fa per il concerto di Capodanno di Venezia senza rendersi conto della contraddizione di questa cosa e soprattutto senza muoversi a pietà per loro.

Il suono del violino ci porterà al cuore del problema?

Come avrete capito gli spunti di riflessione per questo libro sono tantissimi, qui di seguito vi racconto alcune attività svolte durante un percorso laboratoriale durato 4 incontri per darvi un’idea poiché l’argomento è così importante e il libro così vicino ai ragazzi che penso ogni gruppo debba scegliere la propria strada nell’esplorarlo.

 Primo incontro : La vita prima di Auschwitz

Nel primo incontro i ragazzi sono stati fatti entrare nella stanza mentre in sottofondo suonava Il cigno di Saint Saens (il brano ricorrente nella storia) gli è stato detto che potevano girare nella stanza o sedersi l’importante era ascoltare e, quando erano pronti, prendere un foglio e scrivere quali sensazioni gli dava questa melodia.

Quando tutti erano pronti e avevano finito di scrivere abbiamo dato loro una cartellina in cui mettere ciò che avevano scritto dicendo che sarebbe servito successivamente.

Dopo aver fatto quest’attività abbiamo letto la prima parte del libro, ci siamo confrontati sulle passioni che possono rallegrare la vita poi, divisi in gruppo, i ragazzi hanno creato un cartellone sulle leggi raziali e su come gli ebrei venivano scoperti (denunce, irruzioni SS) utilizzando alcuni testi che le insegnanti avevano preparato per loro

Alla fine ogni gruppo ha raccontato ai compagni la parte che più li aveva interessati e perché

Secondo Incontro: Nel Lager

La classe è stata divisa in 4 gruppi e si è creata una scena in cui:

  • Un gruppo rappresentava gli ebrei che arrivavano ad Auschwitz;
  • Un gruppo i soldati tedeschi che li spogliavano, gli toglievano le loro cose e li stipavano in uno spazio piccolissimo senza pietà;

Nel frattempo gli altri due gruppi rappresentavano:

  • L’orchestra di ebrei in cui suonava Eva Maria
  • I tedeschi che li ascoltavano

Dopo i primi 5 minuti i gruppi degli ebrei si sono scambiati tra loro così come i tedeschi

La terza volta chi era ebreo diventava tedesco scambiandosi con il gruppo con cui avevano appena lavorato e infine tutti hanno svolto il ruolo non ancora recitato

Alla fine di ogni sezione i ragazzi avevano il tempo di scrivere su un quaderno le loro sensazioni, idee, …

Alla fine di tutto il percorso ci siamo messi in cerchio e ognuno ha detto ciò che più lo aveva colpito

Terzo Incontro: Fuori dal lager

Abbiamo letto la fine della storia poi ogni ragazzo ha provato a raccontarla come se fosse stato Enzo, il fratello di Eva Maria sopravvissuto al lager.

Finito di scrivere ci siamo raccontati quali sono state le difficoltà e le sensazioni provate.

Quarto incontro: la giornata della memoria

L’incontro si è aperto con la stessa esperienza fatta all’inizio. Ci si è confrontati su come fossero cambiate le sensazioni poi a gruppetti i ragazzi hanno creato la loro commemorazione per la Giornata della memoria sottolineando nel progetto le tematiche e gli strumenti utilizzati

Questo è stato il nostro interessante percorso che ha fatto nascere sensazioni importanti e lavori significativi.

sicuramente è stato molto bello e i ragazzi anche quest’anno hanno chiesto se lo rifaremo,

 ma lo condivido con voi per averne un confronto e magari qualche idea nuova… chi mi aiuta?

Se cercate progetti sulla giornata della memoria per bambini più piccoli cliccate qui

TITOLO Il violino di Auschwitz

AUTORE: Anna Lavatelli

ILLUSTRATORE Cinzia Ghigliano

CASA EDITRICE Interlinea Edizioni

Anno di pubblicazione 2018
Età di lettura consigliata: dagli 8-9 anni

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