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Bambini a scuola di design con l’aiuto Gaia Cicaloni

Bambini a scuola di design con l’aiuto Gaia Cicaloni

Chi mi segue sa che Ascoltando le figure è un blog un po’ particolare perché ciò che leggete qui nasce da incontri molto diversi tra loro.

Ciò che accomuna le persone di cui vi parlo è la grande passione che mettono in ciò che fanno e la voglia di trasmettere questa passione ai bambini collaborando con loro e rispondendo alle loro domande.

Questa volta a raccontare la sua passione è Gaia Cicaloni una fantastica designer che ha anche arricchito questo blog con un fantastico logo

Proprio sul logo è stato il suo lavoro con i bambini e qui di seguito vi propongo l’intervista che i bambini le hanno fatto per capire meglio in cosa consiste il lavoro di grafico e designer

Ciao chi sei?

Ciao a tutti i bimbi della maestra Silvia, sono Gaia e sono cresciuta in Italia, in Toscana vicino al mare. Poi un giorno mi sono trasferta in Germania, a Berlino. La conoscete?
Qua in inverno fa molto freddo, il mare non é molto vicino e oggi per esempio ci sono due gradi sotto lo zero.
Qua si possono trovare birre in tutti i tipi e uno dei piatti tipici berlinesi è il würstel nel panino con salse di vario genere.
La città secondo me é bellissima, e a renderla bella sono anche i tanti stranieri che vivono qua e parlano tante lingue diverse.

In che cosa consiste il lavoro del grafico?

Diciamo che un designer grafico è una persona che aiuta altre persone (i suoi clienti) a realizzare progetti che da soli non saprebbero progettare, o perlomeno non molto bene.
Io ascolto i desideri di queste persone e creo delle soluzioni “creative” per far sì che i loro desideri si avverino.

Uno dei miei vecchi workshop berlinesi si chiamava Piccoli designer crescono, e spiegava ai bambini, attraverso la semiotica, la comunicazione visiva, la grafica e l’arte, che il design ci circonda nella vita di tutti i giorni.
Per questo bisogna osservare il mondo attentamente, per guardare le cose da diverse prospettive. Il workshop si è svolto nelle scuole italo-tedesche e con bambini bilingue. Grazie all’aiuto delle maestre questo workshop ha avuto un successone!

Che tipo di studi hai dovuto fare?

Ho fatto una scuola professionale per cinque anni dove ho imparato le basi del mio lavoro, come ad esempio le tecniche di disegno e di progettazione, l’arte, la fotografia, la matematica, la psicologia…
Poi all’università ho scelto di approfondire lo studio industriale del design, ovvero come nascono gli oggetti: come vengono ideati, progettati e realizzati.
Ho potuto approfondire meglio le materie che avevo già studiato e ne ho imparate altre, alcune per me piuttosto noiose, ma comunque interessanti!

Qual è la differenza tra un grafico e un illustratore?

Diciamo che spesso si trovano grafici che sono anche ottimi illustratori e illustratori che sono anche ottimi grafici.
Possiamo dire che l’illustratore e il grafico lavorano insieme: chi illustra progetta un´immagine o una serie di immagini che un grafico inserirà in qualcosa, per esempio in un libro, in un sito, in una pubblicità e quant’altro.

Adesso prendete carta e penna e provate a disegnare quello che sto per dire: immaginate che il lavoro (anche quello dei vostri genitori o della maestra) sia come un albero. L´albero ha un tronco che nasce dalla terra e si suddivide in tanti rami. Ogni ramo é più o meno robusto.
Anche il lavoro di un grafico “ha tanti rami”, e i rami piu forti sono le cose che gli riescono meglio. Un grafico progetta qualcosa, e che cosa progetta dipende dai rami più robusti che ha.
Un ramo potrebbe essere il web design (progettare siti internet), un ramo l’editoria (progettare la copertina di un libro), un altro ramo potrebbe essere il brand (la progettazione di loghi e non solo) e così via.
Pensate ora all’illustratore come a una persona che progetta le tavole di disegno (e non da disegno, queste sono un´altra cosa). Le tavole di disegno impaginano testi e/o immagini come per esempio i fumetti.
Detto questo, anche l’illustratore avrà dei rami più o meno forti: illustrare fumetti, illustrare libri per bambini, libri di botanica ecc ecc…

Adesso pensate alla maestra e ai vostri compagni, anche voi avrete dei rami più forti che vi fanno essere più bravi di loro in qualcosa. Che cosa vi piacerebbe fare da grandi?

Per fare il grafico bisogna saper disegnare e colorare benissimo?

Come prima risposta mi viene da dire: no, è una capacità che aiuta il grafico, ma non è necessario saper disegnare bene.
Come seconda risposta vorrei precisare che tutti possono disegnare bene, ognuno di noi ha un proprio stile e quindi usa la tecnica che più lo rappresenta.
Riprendendo l´esempio dei rami porto un esempio: qualcuno sviluppa meglio il ramo del disegno tecnico, qualcuno quello del disegno artistico.

Ci sono delle regole precise per fare un logo? Quali?

Domanda difficile per poter rispondere velocemente e sinteticamente. Diciamo che ce ne sono tante ma in sintesi deve essere un elemento grafico facile da ricordare, semplice e rappresenti il servizio o il prodotto.

Come è nato questo logo? L’hai creato di getto o hai delle fasi come noi per fare una storia?

Per Ascoltando le figure ho realizzato un´illustrazione più che un logo.
Ho pensato e ragionato sulle parole della maestra Silvia, poi ho iniziato a schizzare al computer con una penna digitale quello che volevo rappresentare.

Lo fai subito a computer o prima lo disegni con la matita?

In questo caso l´ho disegnato subito al computer perché aveva ben chiaro nella mia mente che cosa volevo rappresentare.

Perché ci sono tanti formati diversi?

Ci sono tanti formati diversi per tanti motivi e si cambiano anche a seconda delle dimensioni che l’immagine deve avere o del supporto su cui la si vuole. Per esempio, ciò che viene stampato sulla carta bianca in piccolo, magari non sarà leggibile se stampato sulla carta in grande. Oppure stampando sulla carta, l´immagine sarà vista diversamente che sulla maglietta o sul computer.
Anche le immagini salvate per il computer possono essere viste in maniera diversa sullo schermo, se risulta troppo piccola vedrò solo dei quadratini chiamati pixel.

Qual è stata la cosa più difficile da fare?

La cosa più difficile e´stato capire come raggiungere l´interesse e l´attenzione dei bambini. Noi grandi siamo stati bambini, ma non sempre ci ricordiamo come era il mondo visto da loro.

Quante volte cancelli prima di trovare la forma giusta?

Se non ho ben chiaro in mente cosa voglio rappresentare cancello circa 1532748589594 volte.
In realtà nella fase iniziale (quella di schizzo) si va dietro a idee che prendono forma via via e con il tempo si impara a non usare la gomma, ma a disegnare direttamente l’idea che abbiamo, magari anche marcando con il lapis la parte del disegno a cui voliamo dare più attenzione. Fate una prova anche voi e poi magari me la raccontate?

Qual è il logo che ti piacerebbe fare e che ancora non hai fatto?

A volte i clienti per ringraziarmi o per farmi provare i loro prodotti, me li regalano, perché provandoli posso capire meglio che cosa vendono e/o che cosa fanno.
Ecco, vorrei tanto fare il logo per un’azienda alimentare di prodotti dolciari, cosi forse mi regalerebbero tanto tanti dolci, tutti da scoprire.

 

L’intervista di Gaia è stata così interessante che i bambini si sono messi a creare i loro personali loghi e ne uscirà un progetto che vi racconterò tra un po’ di tempo … stay tuned 😉

La fotografia di Gaia è di Chiara Doveri photography familien – und kinderfotografie

Se l’intervista vi è piaciuta e siete curiosi di conoscere altri artisti che sono stati intervistati dai bambini cliccate QUI

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