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Il teatro è un esperienza importante per i ragazzi? ne parliamo con l’associazione Sole che gioca

Il teatro è un esperienza importante per i ragazzi? ne parliamo con l’associazione Sole che gioca

Il teatro non è il paese della realtà : ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sotto terra. Ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco.

(Victor Hugo)

Non sono un’attrice, ma sono un’appassionata spettatrice teatrale soprattutto da quando la mia principessa, a due anni, ha scoperto che qualsiasi forma teatrale è per lei molto appassionante.

Tra le varie attività per famiglie che vi racconto nella rubrica del blog (la trovate qui) non poteva mancare il teatro dove andiamo quasi ogni domenica durante i mesi freddi e che d’estate rincorriamo attraverso le attività teatrali per bambini sparse per l’Italia.

Proprio quest’estate, grazie all’iniziativa Lippo in fiaba quest’anno ispirata al Mago di Oz, abbiamo avuto il piacere di conoscere l’associazione teatrale “Il sole che gioca” e ne siamo rimaste così entusiaste che abbiamo deciso di presentarveli per parlare con loro dell‘importanza del teatro per i ragazzi da guardare… e da fare…

 

 

Ciao, chi siete?


Siamo il Solechegioca, un’associazione fondata da due cugine, le Kuggins, che si sono ritrovate grazie al volontariato e ad una forte passione per il teatro.

Siamo il “cortile” dove siamo cresciute, la realtà che manca ai giovani di oggi, lo spazio dove esprimersi e includere, condividere e creare, ascoltare e conoscere.

 

Come e perché è nata la vostra associazione?

Abbiamo cominciato a fare volontariato da giovanissime, sia in associazioni di volontariato che in parrocchia.

In parrocchia abbiamo creato il primo laboratorio teatrale per bambini e dopo sette anni ci siamo costituite come associazione grazie ad un assessore del comune di Calderara di Reno che ha visto il potenziale che nemmeno noi, in quel momento, sapevamo vedere.

L’associazione è stata costituita grazie ad un gruppo di mamme che ci hanno aiutato a capire che ciò che stavamo facendo era molto di più di una semplice attività ludica. Era un luogo protetto senza giudizio, dove tutti potevano essere loro stessi e dove si poteva lavorare, attraverso le tecniche teatrali, sulle emozioni.
Ciò mi ha fatto capire che dovevo studiare di più, imparare di più ed acquisire competenze che andavano oltre le tecniche teatrali.
Ho capito che ero nel posto giusto e che quello era esattamente ciò che volevo fare della mia vita.

Di che cosa vi occupate?

  • Laboratori teatrali per bambini, ragazzi e adulti.
  • Collaboriamo con la neuropsichiatria infantile e alcuni professionisti privati per l’inserimento di bambini e ragazzi disabili nei gruppi di teatro.
  • Collaboriamo con alcune logopediste per lavorare su bambini e ragazzi con balbuzie e altre problematiche legate al linguaggio, alla respirazione o all’emotività.
  • Incontri per parlare di inclusione, accettazione e disabilità.
  • Laboratori teatrali presso le scuole materne, primarie, secondarie e superiori.
  • Incontri per gli insegnanti.
  • Gestiamo una sala polivalente comunale, organizzandone le attività e collaborando con le associazioni sul territorio.
  • Collaboriamo con l’amministrazione comunale alle proposte sul territorio.

 

Perché avete scelto di creare corsi teatrali anche per i bambini?

Perché ai bambini di oggi manca un passaggio che per noi è stato fondamentale: la realtà del cortile.

Una micro società dove imparare la vita attraverso le esperienze, la condivisione, le regole, il confronto e la comunicazione diretta.

All’interno di ogni gruppo di teatro vi è la disciplina, l’attenzione all’altro, l’ascolto, il confronto e la possibilità di capire che l’errore è ricchezza e non penalità.
In un’epoca dove la performance è la sola a contare, abbiamo voluto creare un contenitore dove la lentezza, la diversità e la possibilità di sbagliare possano trovare uno spazio appagante e pieno di scoperte.

A che età iniziano e quali sono le modalità in cui si svolgono?

L’INTRO AL TEATRO è per i bambini dai 3 ai 6 anni e lo facciamo seguire da una danza terapeuta e psicomotricista. Il laboratorio viene proposte due volte l’anno per 6 lezioni.

Dai 7 anni possono iscriversi ai gruppi dove si fa teatro delle parti, ovvero si va in scena con uno spettacolo.

Il laboratorio di teatro dura un anno scolastico, anche se le iscrizioni sono in differenti mesi dell’anno. E’ suddiviso in due parti:
La prima parte dell’anno si lavora sullo spazio, il corpo, la voce ma soprattutto la dinamica di gruppo, l’azzeramento del giudizio e l’inclusione.
La seconda parte è incentrata sul copione, non scaricato da internet ma scritto tenendo conto di ogni caratteristica del bambino, e sulle messa in scena dello spettacolo.

Quali sono i principali benefici che i bambini traggono da quest’esperienza?

E’ un percorso che ognuno decide di intraprendere con la libertà di potersi concedere o non concedere, a seconda del proprio sentire e sentirsi.

La prima a trarne giovamento è l’autostima, dopodiché vi sono benefici legati alle regole, alla responsabilità di essere un tassello importante del gruppo, all’ascolto e ad imparare che l’attenzione per l’altro è un’attenzione anche per noi stessi.
Aumenta il senso di comunità che si sta andando perdendo e soprattutto il sapersi confrontare senza schermi o filtri.

Che caratteristiche sono richieste per frequentare i vostri corsi?

La voglia di provare.

Quando si pensa al teatro l’immaginazione va subito agli spettacoli è quello l’obiettivo dei vostri corsi o ce ne sono altri?

Lo spettacolo, quasi da subito, è diventato il mezzo. Il fine è dare l’opportunità di scoprire un aspetto nuovo di noi stessi, il mettersi in gioco sentendosi parte di qualcosa, il capire che i limiti sono opportunità e ciò che noi crediamo sbagliato, come un difetto di pronuncia o una fisicità che non rispetta i canoni odierni, in realtà può diventare un prezioso punto di partenza e di forza.

Alcuni ragazzi mi hanno detto di essere entrati nella vostra associazione da bambini e di essere cresciuti con voi quale potrebbe essere il percorso di un bambino che inizia a frequentare i vostri corsi?

Gaia, la nostra aiutante da più tempo, ha iniziato che aveva otto anni e adesso si sta laureando in psicologia. Carlotta aveva 4 anni e mezzo e adesso fa il liceo e vuole diventare attrice.
I percorsi possono essere differenti a seconda del tempo che vuoi dedicare al volontariato.
C’è chi fa parte dello staff tecnico (scenografie, biglietteria, segreteria), chi vuole affiancarci durante le lezioni come aiutante (ne abbiamo 2 per ogni gruppo ed i gruppi sono 9), chi ci aiuta quando facciamo eventi e chi invece viene mezza giornata quando, due volte l’anno, puliamo la sala prove da cima a fondo.

Se vediamo che c’è predisposizione, siamo noi a chiedere a qualcuno di entrare nello staff per aiutarci in un determinato ambito, a volte invece le collaborazioni nascono per caso.

Ogni volontario che ha a che fare con i bambini però, sa che è monitorato in tutto, nel linguaggio, nell’abbigliamento, nel modo di porsi e confrontarsi. Siamo molto rigide su certe questioni, infatti due volte l’anno chiamiamo un professionista esterno per parlare di psicologia dell’età evolutiva, linguaggio del corpo, inclusione e disabilità.

Vi ho conosciuti durante una festa da voi gestita che proponeva laboratori artistici ai bambini come nasce quest’idea e quali altre attività svolge la vostra associazione al di fuori dei corsi teatrali?

LIPPO in FIABA era un sogno nel cassetto che ha richiesto cinque anni di monitoraggio di altri festival ed uno studio su ciò che era fattibile per le nostre possibilità e ideale per il territorio.
Dobbiamo dire che l’attuale amministrazione comunale crede moltissimo nelle associazioni e nel loro contributo alla comunità e soprattutto riconosce il valore dei progetti e osa quando si tratta di associazioni con un pregresso solido e professionale.

Senza l’aiuto di uno staff comunale che ha saputo darci supporto, soprattutto in ambito burocratico, Lippo in Fiaba non avrebbe visto la sua seconda edizione. Questo contributo trovo vada assolutamente riconosciuto e sottolineato.

Per quanto ci riguarda, creare un festival aperto e adatto a tutti, dove si potesse respirare ciò che noi abbiamo costruito, è stato il nostro modo di dire grazie ad una comunità che ci ha davvero dato tanto.

Un week end dedicato al sapersi divertire con poco, allo stare seduti sull’erba a fare un pic nic e poi ascoltare storie e scoppiare le bolle di sapone, fermare il tempo e vivere il momento, cosa che non ci è più dato fare.
Le altre attività che facciamo sono legate agli eventi sul territorio, dove portiamo laboratori a tema o spettacoli in piazza.

Una volta l’anno organizziamo la CACCIA al TESORO FOTOGRAFICA in collaborazione con i commercianti del territorio.

Organizziamo week end teatrali per adolescenti e adulti.
Abbiamo collaborato anche in organizzazioni di eventi a tema (feste, cacce al tesoro, ecc…)
In estate facciamo i Campi Estivi con un tema differente ogni settimana.

Come mai unite queste attività a quelle di teatro?

Perché crediamo fortemente nello spirito di comunità e nella collaborazione. Solo questo salverà il mondo.

Oltre ai corsi di teatro per bambini quali altre tipologie di corso proponete alle famiglie?

Con professionisti esterni proponiamo laboratori di lettura, scrittura emozionale, incontri per genitori sul tema dell’inclusione e poi dipende dalle esigenze che valutiamo guardandoci attorno ed ascoltando.

Dove può contattarvi chi leggendo quest’intervista fosse interessato a saperne di più?

info@solechegioca.org
www.solechegioca.org
345 0860565 Barbara
348 9381694 Milena (segreteria)

Se volete saperne di più sull’associazione Sole che gioca cliccate qui

2 Comment(s)

  • by Matteo Posted 22 Novembre 2018 09:51

    Passione e tantissima umanità, non è mai banale scovarla tra le righe di un blog, anche se così ben scritto come questo. Bellissima intervista. Grazie.

    • by Ascoltando le Figure Posted 22 Novembre 2018 13:31

      Grazie infinite a lei per queste bellissime parole. A rendere speciale l’intervista è stata l’enorme passione che queste persone mettono in ciò che fanno.

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