L’estate di Garmann sta per finire ed è impossibile non pensare alla scuola e forse anche avere qualche ansia. Il protagonista di questo albo illustrato si sta preparando per la prima elementare e ha paura: paura di non essere abbastanza grande (perché a lui non cadono i denti?), paura di non essere abbastanza bravo, paura di ciò che ancora non conosce.
Ma solo i bambini hanno paura?
L’estate di Garmann: Trama
L’estate di Garmann è quasi finita.
I grilli cantano e le tre vecchie ziette sono venute a trovarlo.
Garmann chiude gli occhi e pensa alle lumache nere, alle punture di zanzara che gli prudono e alla scuola che sta per cominciare. Riapre gli occhi e vede che i rami del melo sono come dita contorte che indicano il cielo. Presto arriverà l’autunno.
Questo è l’inizio dell’albo e, il lettore ancora non lo sa, ma contiene moltissimo della storia. Garmann è un bambino di sei anni che sta per iniziare la prima elementare e che trascorre gli ultimi giorni di vacanza con la mamma, il papà e le tre vecchie zie.
All’inizio sembra che le sue preoccupazioni siano solo la scuola che sta per iniziare e la rivalità con le due gemelle che sembrano molto più preparate di lui al nuovo evento, ma c’è molto di più.
Così come i rami del melo anche le dita delle vecchie zie sono contorte e puntano verso il cielo perché è lì che la vecchiaia porta ed è un viaggio che fa paura, il papà dovrà ripartire per suonare con la sua orchestra e anche quello è un viaggio che porta con sé paure e sconforto e infine c’è la mamma che ha paura che Garmann finisca sotto una macchina nel suo viaggio verso la scuola.
Tante destinazioni, tante paure, tanti pensieri che si incrociano tra loro per raccontarci una storia in cui tutti ci riconosciamo, che si chiama vita
Un libro filosofico
Tanto si è detto su questo libro che ha vinto il premio Andersen nel 2012, sulle sue tematiche universali come la paura, la morte, i cambiamenti che accompagnano la vita di grandi e piccini, ma quello su cui invece si sono soffermati i miei ragazzi di 7 anni è il viaggio.
Ogni paura che qualcuno esprime, a parte zia Augusta che è diventata un po’ smemorata e non ha paura di nulla, ha a che fare con un viaggio:
- Garmann andrà a scuola e ha paura di affrontare questa nuova avventura;
- La zia Ruth ha paura che presto non riuscirà più a camminare e ha paura dell’inverno perché con la neve il deambulatore sarà difficile da usare;
- La zia Bolghild ha paura di morire, ma lei e Garmann non ne parlano con turbamento: “Sì Garmann, ho paura di lasciarti. Ma il grande giardino potrebbe essere interessante;
- Il papà ha paura di partire, di ritornare a suonare davanti al pubblico e di lasciare la sua famiglia;
- La mamma è preoccupata per il suo bambino che comincerà a viaggiare da solo verso la scuola.
Tante paure, tanti viaggi da percorre, tante direzioni da seguire per portare avanti la propria vita e crescere giorno dopo giorno anche quando la nostra pelle è piena di rughe che rappresentano le tante strade che abbiano percorso.
Questa fiaba moderna dalla caratteristica impronta nordica ci porta a confrontarci con l’ignoto e con la malinconia in un mondo popolato da aiutanti magiche molto particolare come le tre zie che interpretano il tempo, i passaggi della vita e i riti d’iniziazione.
A chi lo consiglio?
Lo consiglio a tutti i lettori che stanno vivendo un momento di preoccupazione, a chi sta per affrontare la scuola con qualche ansia, a chi non si sente all’altezza di ciò che sta per accadere.
Lo consiglio a tutte le biblioteche scolastiche dai 5 ai 13 anni perché è un libro che ha tanto da dire sotto molteplici livelli e anche i più grandi che all’inizio guardano Garmann non quell’occhio di superiorità di chi c’è già passato e la sa lunga troveranno invece molti aspetti che li colpiranno da vicino e più si addentreranno nella lettura più le esperienze da condividere saranno tantissime.
Guardando le immagini… piccole curiosità sull’albo
Quando uscì l’estate di Garmann portò con sè una grossa novità iconografica e stilistica.
La tecnica del collage che unisce disegno e fotografia era qualcosa di nuovo per un albo illustrato e non mancarono le opinioni controverse a riguardo. La dentiera della zia nel bicchiere ingrandita dall’acqua apparve ad alcuni troppo cruda così come i volti delle due bambine furono visti come immagini che potevano incutere timore nel piccolo lettore.
In realtà i bambuni sono incuriositi da queste immagini e se ad una prima occhiata qualcuno può rimanere un po’ perplesso dall’insolita illustrazione alla fine questa tecnica piace e coinvolge e tutti si divertono ad indagarla.
Viaggio negli albi illustrati: tre percorsi di senso
Tra i tanti temi trattati da questo albo, ci siamo soffermati ad indagarne soprattutto tre che hanno interessato moltissimo sia i ragazzi di 7 anni che quelli di 11.
Qui di seguito vi racconto la bibliografia emersa dal nostro percorso
Cosa c’è dentro di me?
Quando chiedono a Garmann che sensazioni prova nel pensare alla scuola l’illustratore ci mostra una radiografia in cui si vede lo scheletro del bambino con le “farfalle nello stomaco”, il parallelismo con la radiografia di “Uno come Antonio” (che trovate QUI) è stata immediata ed è stato molto interessante anche leggere le due descrizioni, confrontarle e creare una nostra personale lastra dello stomaco per mostrare agli altri che cosa abbiamo dentro,
Con i ragazzi più grandi invece siamo andati oltre e abbiamo affrontato un albo molto profondo che racconta di quei momenti in cui non ci sentiamo noi stessi perché dentro di noi abbiamo paure e conflitti.
“Dentro di me” che trovate QUI è un albo intenso e scomodo che vi consiglio anche come lettura per adulti.
Le rughe
Un altro tema che ha appassionato molto è quello delle rughe
“Garmann pensa che le rughe somigliano agli anelli di un albero. Con l’indice segue la vena sulla sottile pelle bianca della mano. I ciechi leggono con, pensa Garmann e chiude gli occhi”
La similitudine tra Rughe e anelli dell’albero è piaciuta moltissimo ed è stata indagata dai ragazzi prima con una lezione di scienze sull’albero che non ne mostrasse solo gli anelli, ma che li portasse anche fuori a scoprire le varie crepe della corteccia che sono state poi riportate su di un foglio con l’aiuto di una matita.
Si è poi passati a parlare delle rughe e di come non piacciano soprattutto alle nonne aiutati dal libro “Nonni” di Chema Heras e Rosa Osuna (che trovate QUI), ma cosa si sente ad avere le rughe?
La risposta l’abbiamo trovate nel libro “Rughe” di David Grossman (che trovate QUI) e alla sua rappresentazione teatrale e alla fine si è creato un proprio ritratto immaginandosi le rughe come strade percorse visibili sulla nostra faccia
Ogni passaggio è stato sottolineato da momenti di discussione e confronto
La morte
Il tema della morte è sempre molto particolare e può prendere strade diverse a seconda delle persone coinvolte, in questo caso quindi non mi soffermerò tanto sul nostro percorso quanto su una piccola bibliografia di libri particolarmente significativi sull’argomento che possono aiutare ad introdurre il confronto con bambini, ragazzi e anche con adulti:
- L’albo illustrato: “Mi nascondete qualcosa” per parlare della morte di una persona cara dai 4 anni in poi, in questo caso la nonna. Lo trovate QUI
- Il libro d’artista: “Madame Butterfly” di Benjamin Lacombe per parlare, dai 9 anni in poi. di sofferenza e morte, ma anche di opere musicali e pittura giapponese. Lo trovate QUI
- La graphic novel “Enya e il fantasma” per pralare di amicizia, morte e trasformazioni. Lo trovate QUI
- Per gli adulti invece su filosofia, morte e cambiamenti non possono non proporre “Niente caffè per Spinoza” che trovate QUI
Questi sono solo alcuni degli spunti che questo libro ci regala, ma leggendolo con i vostri ragazzi tendete bene l’orecchio poiché le strade che potrete intraprendere sono infinite
Buona lettura
TITOLO: L’estate di Garmann
Autore: Stian Hole
Casa editrice Donzelli editore
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